mercoledì 7 aprile 2010

DESTINI...DI CARTA - EMMA MARIA TROPIANO (60)

Soffia un leggero vento di primavera, lungo il viale della passeggiata di un piccolo paese; nell’aria danzano, mischiandosi alle foglie, fogli di carta multicolore, strappati, stropicciati, calpestati e sporchi. Il vento li solleva da terra, come se volesse giocare con loro ed essi, mentre volteggiano leggeri, si incontrano, si sfiorano, si salutano, a volte rimangono attaccati fra loro, quando ricadono al suolo e lì, riposandosi, si scambiano confidenze:
- Ho avvolto un fascio di rose rosse, offerte da un uomo alla sua donna amata! Ora sono qui, sporca e rovinata.
- Io sono una pagina di un libro di fiabe, che tante volte una nonna ha letto al nipotino.
- Sono un pezzo di giornale quotidiano e tutti i giorni ho portato le notizie, dal mondo nelle case: a sera, sono stato abbandonato fra i rifiuti.
- Proteggevo una buona merendina, che una bimba golosa e affamata ha mangiato dopo una corsa sul prato qua vicino.
- E che devo dire io? Sono un cartoncino azzurro ed ho annunciato al mondo la nascita di un bimbo; ora mi sembra che non importi più a nessuno.
- Sono stato nella cartella di un piccolo scolaro, che su di me ha imparato a scrivere le prime paroline; per un po’ la sua mamma mi ha conservato con affetto.
- Adornavo il regalo per un compleanno, ero di colore argento e oro e su di me avevo disegni a fiori variopinti ma, strappato subito da mani frettolose…sono qui.
- Messaggio riletto tante volte e con cura conservato, ho portato su di me parole d’amore tenere e sincere, ma mi sono perso, poi, dimenticato nel tempo…
- Ed io, non mi dovrei rammaricare? Sono la pagina di un libro di preghiere, che mani stanche e doloranti tante volte hanno sfogliato.
- Quante parole dolci e piene d’amore, su di me scrisse una mamma addolorata a suo figlio, che volle andarsene lontano.
Le voci dell’amore, del dolore, del rimpianto, della gelosia, del rimprovero, della gioia o anche della tristezza e della solitudine non voluta si rincorrono nell’aria, mortificate e dolenti: non vogliono morire.
Ad un certo punto, una voce triste, da una fotografia di gruppo buttata fra i rifiuti, implora:
- Devo proprio finire così? Io non lo sopporto, vorrei ancora essere utile a qualcosa.
Ma subito risponde, imponente, la voce di un ritaglio di giornale:
- Non temere, anche io sono qui ma, pur calpestato e dolorante, so che non morirò: senti nell’aria una voce altisonante e forte?
Il bambino che ha studiato su quel libro abbandonato lì a terra, che ha imparato a scrivere su quel quaderno stropicciato e sporco che ora giace sotto una panchina e, nel suo tempo libero, ha disegnato fiori dai colori variopinti su album, sbiaditi, ora, perché bagnati dalla pioggia e su libri di fiabe, di novelle e di avventure ha fatto tanti sogni, è diventato grande ed istruito: presta attenzione… è sua la voce che proprio di te dice:
…Della vecchia carta, facciamo carta nuova…
- E come? replica una vocina affannata e timorosa.
- Ascolta, piccolina. E voi altri pezzi di carta, ascoltate tutti: ora siete sporchi, stropicciati, calpestati e disprezzati, ma prestate bene attenzione, insiste il giornale.
…La carta è formata da fibre di cellulosa, tenute insieme da collanti…
- Lo sapevate?
…A mano o con le macchine le fibre della carta…
- …le fibre di carta? Cosa sono ? chiede un minuscolo rettangolo di album da disegno.
- Ascoltate tutti con pazienza, vi ripeto, non abbiate fretta, sollecita il frammento di giornale.
…Sono separate le une dalle altre e sono riutilizzate per fabbricare nuova carta…
- Hai sentito? Sei un foglio di carta già stampata e colorata? Sarai riciclato, quindi, non temere, non morirai! consola il foglio di giornale, come se fosse il loro affettuoso papà.
…Nel processo industriale di riciclo di carta stampata, un trattamento di disinchiostratura la rimette a nuovo e la schiarisce!...
La voce della pagina di un libro di fiabe, con voce tremante, interrompe:
- Io non sono un pezzo di carta istruito: io non so cosa vuol dire riciclare la carta, non so nemmeno come nasce… la carta!
- Se non ascolti con attenzione, non puoi capire, la redarguisce, amorevolmente, il pezzo di giornale.
…Per produrre la carta è necessario tagliare alberi, e nel mondo tanta carta viene utilizzata!...
- Quanta? domandano in coro, speranzosi, tutti i pezzi di carta che, intanto, si sono riuniti facendo capannello intorno al ritaglio di giornale “istruito”.
… E, cioè. circa 300 milioni di tonnellate! Ogni anno, dappertutto, intere foreste vengono tagliate!...
- Ma è un gran danno per tutti! La natura si dispiace e piange! sospira una vocina, tutta piccata!
- Certo, hai ragione, ma non disperarti, ascolta…la consola il “papà” giornale.
…E, quando la carta non serve più, in parte, spesso viene buttata nelle discariche, in parte nell’ambiente, che così viene inquinato!...
- Come siamo stati buttati noi, poveri pezzi di carta! E anche noi, allora, non volendo, contribuiamo ad inquinare l’ambiente!? si rammaricano, in coro, tutti i fogli di carta, agitandosi e svolazzando in giro.
- Ora sapete cosa vuol dire riciclare la carta? interroga il giornale.
- Rispondo io! si leva, timida, una vocina; vuol dire:
Ridurre il numero degli alberi tagliati,
ridurre l’inquinamento dell’ambiente.
- E sai anche perché si usa il termine di riciclo? continua il vecchio quotidiano.
- Comincio a capire…ribatte, più sicura di sé, la vocina.
- Per fabbricare carta si tagliano alberi; dopo essere stata usata, però, la carta viene buttata via! si rammaricano alcuni pezzi di carta, mentre altri si ribellano gridando:
Non più dalla foresta alla discarica!
- Prima era così, ora non più! Facciamo guerra! Vogliamo ritornare alla cartiera! continua la protesta.
Si fabbrichi la carta e anche carta già usata si utilizzi ancora!
Non più nella discarica, ma in commercio, voglio e posso ritornare ancora, tante e tante volte.
grida, a gran voce, ogni pezzo di carta abbandonata!
Tutti quanti, ora, facciamo un girotondo e insieme cantiamo:
- da un albero sono diventata carta,
- ero nuova, bianca o colorata, poi sono stata usata,
- si faccia di me la raccolta differenziata,
- sono carta recuperata, alla cartiera voglio essere portata,
- sono carta riciclata: con il mio vestito nuovo, ancora sarò usata!

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