mercoledì 7 aprile 2010

LA STANZA - LUCA ROMANI (27)

Mohammed diede l’ultimo colpo di piccone; finalmente si aprì uno scorcio di luce tra le pietre odorose di antico del cunicolo che portava alla famosa ‘Stanza’. I ragazzi non sapevano che quel colpo, non solo avrebbe cambiato il loro destino, ma anche quello del resto dell’umanità.
Ottimo Mohammed! Finalmente siamo arrivati alla Stanza! – disse il Prof. Giamatti con un’eccitazione che mai aveva provato prima.
Il ragazzo marocchino terminò di aprirsi un varco nella roccia, in modo che una persona di media statura potesse entrarvi. La tensione naturalmente alta, era fondamentale per evitare un qualsiasi tipo di errore; uno solo avrebbe potuto compromettere mesi e mesi di ricerche, oltre al potenziale nascosto nella Stanza.
Prego Professor Giamatti, credo che l’onore sia suo. – Suggerì Mark Webber, il tecnologo che aveva studiato al computer il possibile piano per entrare.
Sì, Professore. Finalmente dopo tanto lavoro ci siamo. E tocca a lei! – lo spalleggiò Ana Belen, la giovane e bella studentessa di archeologia, assistente del Professor Giamatti.
Un po’ timoroso, ma sicuramente eccitato e soddisfatto, il Professore si avvicinò all’apertura e diede una prima e veloce occhiata. Lo smarrimento nel vedere una camera quasi completamente vuota, lo assalì e lo fece barcollare all’indietro.
Due anni di lavoro per riuscire a localizzarla, pianificare l’intervento e infine entrarci. Nella mente del Professore, e di tutto il suo staff, viaggiavano le più improbabili e fantastiche possibilità di scoprire tesori nascosti, manufatti strabilianti o antichissimi documenti. I ragazzi avevano ipotizzato che la Stanza fosse una sorta di scrigno nascosto con, al proprio interno, tesori d’inestimabile valore.
Dopo il primo sbandamento, il Professore rientrò nella breccia e iniziò ad analizzare con più cura l’interno.
La Stanza, a forma pentagonale, aveva un soffitto molto alto e sbilanciato rispetto alla sua grandezza. Le pareti erano formate da pietre molto grosse con una disposizione regolare.
Il pavimento era eroso dal tempo e dagli insetti; molti coleotteri si muovevano indisturbati dall’arrivo del professore e del suo staff, come fossero abituati alla presenza di essere viventi. Il loro comportamento era strano. Invece di essere spaesati, essendo in una stanza chiusa da secoli, dimenticata da Dio e dal mondo, si muovevano senza alcun segno di disorientamento.
Ragazzi guardate questi insetti. Ana cosa significa la presenza dei nostri improbabili coinquilini? - domandò il professore.
Che da qualche parte in questa stanza c’è un altro varco o contatto con l’esterno. E’ impensabile che questi animali vivano qui completamente isolati dal mondo. – rispose prontamente Ana.
Bravissima! Ora ragazzi iniziamo a lavorare, senza fare nulla che possa rovinare l’interno della Stanza e cerchiamo qualsiasi cosa ci fornisca suggerimenti, idee o quant’altro sulla natura di questa maledetta struttura pentagonale.
La Stanza era completamente vuota tranne un piccolo altare posto al centro di essa. Nell’altare era presente un piccolo orifizio, di cui non si vedeva la fine. I ragazzi iniziarono a frugare in ogni angolo. Mentre Mohammed perfezionava l’apertura del passaggio, Ana e il Professore scrutavano da vicino le pareti in cerca di qualche disegno o scrittura, che fornisse loro qualche indizio sull’origine della camera.
Nel frattempo Mark Webber, con il suo analizzatore a onde sonore, analizzava il pavimento cercando qualsiasi informazione utile.
Dopo più di un’ora di lavoro il Professore attirò l’attenzione di tutti.
– Signori, direi che ormai siamo tutti d’accordo che qui non c’è nessun tesoro, nessun documento e nessun manufatto che ci farà diventare ricchi e famosi. Dobbiamo scontrarci con l’evidenza. Non facciamoci, però, prendere dallo sconforto e cerchiamo di capire la sua funzione e il perché è stata creata.
Professore, secondo me, dobbiamo analizzare il piccolo altare centrale. E’ l’unico elemento distintivo. – disse Ana.
Ben detto Ana. Mark, per piacere, puoi analizzare l’altare con i tuoi strumenti? – rispose il professor Giamatti.
Certo Professore! – rispose il tecnologo, con l’entusiasmo ritrovato di uno scolaretto che, appena presa una batosta dalla maestra, viene rigenerato dal suono della campanella.
Mark si spostò dalle pareti per analizzare lo strano altare. Il suo analizzatore a onde sonore non riuscì, stranamente, a visualizzare nulla, come se il tutto fosse schermato da un materiale che bloccava le onde sonore.
L’altare era alto più o meno mezzo metro, di forma circolare senza nessuna scritta o intagliatura.
Professore, non riesco a rilevare nulla da questo altare. Come se sotto lo strato di pietra ci fosse un materiale che scherma le onde sonore. E’ pazzesco … Non mi è mai capitata una cosa simile …
Mohammed, prova a vedere con un punteruolo. Stando ben attento a non rovinare l’altare, verifica quanto è profondo l’orifizio. – chiese il professore al ragazzo marocchino.
Va bene, io fare subito. – rispose Mohammed avvicinandosi all’altare con un utensile preso da una cassetta degli attrezzi posta al di fuori della stanza.
Rumore di metallo Professore. – disse Mohammed.
E’ impossibile ragazzo. Ai tempi della costruzione della Stanza, la civiltà non era ancora in grado di lavorare alcun tipo di metallo. – incalzò il professore concitato.
In realtà, Professor Giamatti, potrebbe essere una spiegazione plausibile al fatto che l’analizzatore di onde sonore non riesca a estrapolare alcun tipo di dato.
Impossibile. – ripeté categorico Giamatti. - Continua, ragazzo, vediamo quanto è profondo il foro.
Mohammed non fece in tempo a sentire la fine dell’orifizio che un rumore assordante e una luce fortissima assalirono i presenti e abbracciarono tutta la stanza.
Quando riuscirono ad aprire gli occhi, rimasero assolutamente costernati da quello che si presentò davanti a loro.
Una specie di specchio di forma pentagonale si apriva dinnanzi, come una porta su un nuovo mondo. Dall’altra parte del pentagono s’intravedeva un mondo completamente diverso da quello reale, con colori forti, in cui la dominante di giallo e viola rendeva irreale l’ambientazione.
S’intravedevano specie sconosciute di esseri viventi, che parevano non vedere al di qua del pentagono luminescente, come se il passaggio fosse uno squarcio nella realtà di un altro mondo però con una visione univoca.
Professore … è … è … pazzesco … - balbettò Ana.
Mai vista una cosa di simile … - disse Mark.
Ragazzi, credo che nessuno abbia mai visto una cosa simile! Abbiamo aperto un varco verso un nuovo mondo! Questa è una scoperta che, nel bene o nel male, cambierà le sorti dell’umanità intera. Dobbiamo stare attenti a ogni singola mossa che facciamo, le conseguenze potrebbero essere devastanti, non solo per noi ma per tutta la popolazione terrestre.
Il professor Giamatti e il suo staff avevano appena fatto la scoperta più importante della storia dell’umanità: un nuovo mondo parallelo, al di fuori del tempo e dello spazio.

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