giovedì 22 aprile 2010

INCANTO - LIDONNICI ANTONIO (26)

Quella sera non toccai il tuo corpo,
ma sfiorai la tua anima.


Non erano sinuose curve di un corpo terreno,
ma linee di inaudita perfezione
che solo l’etereo può possedere.

Non labbra mortali ma labbra di morte,
perché quella sera è morta la mia solitudine,
soffocata allo spasmo da ossigeno puro.

Non semplici baci ma comete,
doni dal cielo perfetto del tuo corpo.

Non ho bisogno di vederti per guardarti
Sei impressa in me come pellicola,
uno spettacolo timido e sensuale
che ancora non sa di essere vivo.

In cuor tuo, in un unico momento,
sei innocente e nobilissima,
perduta nel turbine felice dei tuoi sogni.

In ogni istante sei donna e bambina,
in ogni gesto malizia sapiente e ingenua innocenza.

Tutto questo
Ed immensi altri incanti
Si riflettono nell’immagine che di te possiedo.

Pur stanco l’istinto
Mi ha portato a cercarti,
per adagiarmi, come un petalo senza fiore,
sui ricamati flutti di te.

Le tue perle, i tuoi coralli,
preludono alla tua preziosità.

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